Mi chiamo Barbara e sono la mamma di Nicola (17 anni) che il 15 aprile 2015 ha affrontato l’intervento per inserire nel torace la barra di Nuss.
E’ stato egregiamente operato dal dottor Michele Torre, che ringrazio di cuore, al Gaslini di Genova dove abbiamo trovato una professionalità ed un umanità non comune.
L’adolescenza non è periodo facile di per se’, ma se a questo aggiungiamo il disagio che un ragazzo prova per il suo “buco nel torace” – come lo chiamava Nicola – diventa un mix esplosivo.
Si, perché al di la della patologia medica (comprovata da risonanza magnetica), c’era un disagio fisico e psicologico non indifferente che nessuno può comprendere se non il ragazzo stesso che lo vive.
Per me, quindi, l’intervento, al di là del timore della sala operatoria, è stata un liberazione! Ho visto Nicola convinto, senza paura di affrontare il problema e senza mai dubitare di ciò che voleva. Questa è stata la sua decisione e io non ho potuto fare altro che assecondarla, orgogliosa della determinazione di mio figlio e pronta a sostenerlo in ogni momento nel caso in cui ne avesse avuto bisogno.
E’ vero non è l’intervento la parte più difficile, ma il dopo. E’ in quel momento che noi genitori dobbiamo essere lì, essere forti, essere presenti ma non opprimenti, infondere coraggio quando ci accorgiamo che il nostro ragazzo vacilla.
Nicola è cresciuto tantissimo in questi mesi in compagnia della sua barra, è maturato ed ha imparato a convivere con lei, felice di non dover vergognarsi più del suo “buco nel torace” e del suo poco fiato nonostante si allenasse costantemente.
Ora è felice e non c’è nulla che non si possa affrontare per la serenità dei propri figli!
Nicola ora è Inghilterra a realizzare il suo sogno, quello di finire il liceo e conseguire l’internazional Baccalaurate. E’ partito a settembre 2015, soltanto 4 mesi dopo il suo intervento, completamente solo….
Lo so vi sembra assurdo se si pensa a tutte le cose che vi dicono quando si esce dall’ospedale o si leggono su internet. Sembra quasi che il vostro ragazzo diventi all’improvviso un disabile, ci sono solo divieti, controindicazioni, bisogna far persino attenzione a stare in posti affollati!
Certo non posso dire di non essere preoccupata, è lontano, ma lo sarei comunque da mamma anche se non avesse la barra, non credete? Però mi fido di lui, so che è consapevole della sua situazione e lo sono anche tutte le persone che vivono vicino a lui . So che sta vivendo la sua vita in modo normale, con le giuste attenzioni, ma senza farsi condizionare troppo.
Non credo sia incoscienza da parte mia, ho solo dato fiducia a mio figlio e di certo non potevo impedirgli di essere quello che è e di realizzare il sogno per il quale ha fatto davvero tanti sacrifici.
Non credo ci sia incoscienza nemmeno da parte sua, sa bene quali sono le sue responsabilità e sa che in qualsiasi momento la sua famiglia è pronta a sostenerlo.
Posso capire anche quei genitori che si fanno prendere dal panico, che hanno paura che qualcosa di brutto succeda in questi 3 anni, che ritengono sia meglio tenere il figlio sotto una campana di vetro. Bene, fatelo, se questo è quello che vuole anche vostro figlio, ma non costringetelo altrimenti lo renderete solo una persona insicura, infelice e lo sarete anche voi.
Anche io ogni tanto mi faccio prendere dai dubbi, dai ripensamenti e mi rimetto in discussione, credo sia previsto nella clausole del contratto da genitore. Magari fra 3 anni penserò di aver sbagliato tutto, ma ora, quando vedo mio figlio felice diventare un giovane uomo, sono convinta di essere sulla strada giusta.
Come dico sempre basta avere buon senso e cercare di non estremizzare mai, seguite il vostro cuore insieme alla vostra testa, abbiate fiducia nei vostri figli e in ciò che avete seminato sino ad adesso e e tutto andrà bene. Sembrano parole retoriche, lo so, facile a dirlo ma difficile a farlo, ma io sono la prova vivente che questo metodo funziona, almeno per ora!!!
Ellen Goodman, una bravissima giornalista americana vincitrice anche di un premio Pulitzer negli anni 80 scrisse in suo libro: “L’impresa più difficile dell’essere genitori è lasciare che le nostre speranze per i figli abbiano la meglio sulle nostre paure”.
Auguro a me e a tutti voi di essere sempre pieni di speranza riuscendo a fare in modo che, questi 3 anni, non siano un’ interruzione, ma una parte importante del loro cammino.
In bocca al lupo!